“La speranza non è la morte!“. A sostenerlo è Maria Pia Palazzi moglie del professor Gianfranco Minotti che nell’estate del 2022, a seguito di una caduta dalla bicicletta è entrato in coma dal quale poi si è lentamente e inaspettatamente ripreso.
“E’ bastato sentire muovere in maniera quasi impercettibile il pollice della mano destra -unico dito che muoveva- di Gianfranco per capovolgere il suo destino.Dopo una settimana di ricovero in rianimazione, a fine estate 2022 , mio marito era visto come corpo senza speranza! Ma io sapevo che in quel corpo c’era un uomo che amava la vita e non ho mai mollato “.
Parte dal ricordo di quel dito il racconto della moglie di Gianfranco la cui condizione non lasciava spazio a speranza se non quella di Maria Pia , che ha sottolineato da subito che solo la volontà del marito, docente universitario abituato a disciplinare migliaia di studenti, poteva portare a desistere nel percorso terapeutico. E ha avuto ragione!
“Grazie a quel flebile movimento del dito -ricorda commossa- la situazione neurologica di mio marito è stata riesaminata e così, accertata la ripresa, è ricominciato un trattamento sanitario riabilitativo“. Quel movimento del dito forse è stato il semaforo verde per ricominciare tutti a credere nel suo futuro.
“Certo – continua Maria Pia – Gianfranco oggi è un uomo fragile privo di autonomie ma la sua coscienza e la sua volontà sono quelle di sempre. Governa lui la sua giornata! Questo è un successo della medicina ma per arrivare al risultato odierno era necessario non desistere “ . La ribellione a quanto era accaduto portava solo a sterile agitazione era necessario accettare e avere pazienza ma non perdere la speranza , pensando alla morte come unica fine del dolore . “ Mi chiedo – riflette Maria Pia – se avessi avuto davanti come possibilità preferenziale quella di staccare tutto, in virtù di una compassione che vuole evitare sofferenze inutili al paziente e ai parenti , cosa sarebbe successo? In momenti di grande sconforto si abbraccia la possibilità di anticipare una dipartita del proprio caro vista quasi come scontata . Se avessi intrapreso quella strada oggi Gianfranco non sarebbe qui.”
“Tante volte -conclude- però mi sono chiesta se davvero lui voleva questo o se avevo violentato la sua libertà ma non avevo il coraggio di affrontare l’argomento “. La domanda a Gianfranco però alla fine è arrivata e Maria Pia si è sentita rispondere : “Sono felice di vivere “. Queste 4 parole sono la risposta che testimonia quanta prudenza sia necessaria per decidere sulla fine anticipata della vita dei propri cari.
Francesca Golfarelli
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